Introduzione

Elias Portolu è uno dei maggiori romanzi della scrittrice premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda. Il testo ebbe una storia editoriale molto particolare: fu pubblicato inizialmente a puntate sulla rivista Nuova Antologia nel 1900 per poi essere raccolto in volume nel 1903. A distanza di 14 anni, nel 1917, l’autrice, ormai affermatasi grazie al romanzo Canne al vento, lo riprese in mano e lo modificò ampiamente per una nuova pubblicazione le cui edizioni si succedettero sino al 1928, anno in cui ricevette il prestigioso riconoscimento dall’Accademia di Svezia. Il romanzo tratta i temi della passione umana e della redenzione, che il protagonista vive come una lotta per la ricerca di una giusta morale, vivendone intensamente il dolore.

Temi principali

In Elias Portolu il tema principale è quello della fragilità dell’individuo e dell’essere umano. Già in questo testo l’autrice utilizza la metafora dell’essere umano come “canna al vento”, che sarà poi il titolo del suo romanzo di maggior successo. Il conflitto ottocentesco tra bene e male vissuto dal personaggio si tinge di un’atmosfera psicologica tipica del XX secolo: Elias è infatti un uomo dominato da passioni, gelosie e desideri che entrano in conflitto costante con le sue ambizioni morali e la volontà di redenzioni. Il tutto immerso in una chiave di interpretazione antropologica, quella dei modelli culturali sardi, marchio di fabbrica della scrittrice, con i quali il protagonista interpreta, probabilmente in maniera erronea, la propria sofferenza psicologica.