Introduzione

Il treno ha fischiato è una novella di Luigi Pirandello inclusa nella raccolta Novelle per un anno, una lunghissima serie di racconti che lo scrittore siciliano pubblicò tra il 1884 e il 1936 sulle colonne del Corriere della Sera e di varie altre riviste e quotidiani.

Il progetto pirandelliano prevedeva 24 libri da 15 novelle, il cui conto totale sarebbe dovuto quindi ammontare a 360 e coprire quasi tutti i giorni dell’anno, come espresso dal titolo della raccolta. La prima pubblicazione, incompleta, avvenne nel 1922, ma Pirandello pubblicò l’ultima novella addirittura nel 1936, un giorno prima della sua morte. Il ciclo, proprio a causa della morte dell’autore, rimase incompiuto e fermo al numero di 246 racconti. Il treno ha fischiato comparve invece per la prima volta sul Corriere della Sera nel 1914, in un periodo in cui si cominciava a ragionare sugli effetti di alienazione prodotti dal lavoro e la vita familiare sulla psiche umana nell’ambito delle lotte sociali per l’emancipazione del proletariato e delle scoperte di Freud riguardo la psicanalisi.

Temi principali

Il treno ha fischiato, pur non invischiandosi direttamente nelle vicende storiche e culturali del Primo Novecento, è un racconto fortemente contestualizzato nella propria epoca. Il 1914, anno di pubblicazione della novella, è infatti un anno in cui si sta già combattendo la Prima Guerra Mondiale (l’Italia è però ancora neutrale) e il mondo è scosso dalle rivendicazioni proletarie sulle condizioni di lavoro e i salari generate dall’industrializzazione ottocentesca, che sfoceranno di lì a pochi anni nella Rivoluzione d’Ottobre in Russia.

La vita alienante di operai e impiegati come Belluca è strettamente legata al tema delle condizioni psichiche dell’individuo, indagate in quello stesso periodo dalla psicanalisi freudiana, appena nata e destinata a espandersi in tutto il mondo. Collegando il disagio domestico e quello professionale con la follia, Pirandello pone la domanda: “è Belluca a diventare folle o è la realtà, con i suoi ritmi frenetici e oppressivi, a esserlo?”