Testo della poesia
1. Quant’è bella giovinezza
2. che si fugge tuttavia!
3. Chi vuole esser lieto, sia,
4. di doman non c’è certezza.
5. Quest’è Bacco e Arïanna,
6. belli, e l’un dell’altro ardenti;
7. perché ’l tempo fugge e inganna,
8. sempre insieme stan contenti.
9. Queste ninfe e altre genti
10. sono allegri tuttavia.
11. Chi vuole esser lieto, sia,
12. di doman non c’è certezza.
13. Questi lieti satiretti,
14. delle ninfe innamorati,
15. per caverne e per boschetti
16. han lor posto cento agguati;
17. or da Bacco riscaldati,
18. ballon, salton tuttavia.
19. Chi vuole esser lieto, sia,
20. di doman non c’è certezza.
21. Queste ninfe anche hanno caro
22. da lor essere ingannate:
23. non può fare a Amor riparo,
24. se non gente rozze e ingrate:
25. ora insieme mescolate
26. suonon, canton tuttavia.
27. Chi vuole esser lieto, sia:
28. di doman non c’è certezza.
29. Questa soma, che vien drieto
30. sopra l’asino, è Sileno:
31. così vecchio è ebbro e lieto:
32. già di carne e d’anni pieno;
33. se non può star ritto, almeno:
34. ride e gode tuttavia.
35. Chi vuole esser lieto, sia:
36. di doman non c’è certezza.
37. Mida vien drieto a costoro:
38. ciò che tocca, oro diventa.
39. E che giova aver tesoro;
40. s’altri poi non si contenta?
41. Che dolcezza vuoi che senta
42. chi ha sete tuttavia?
43. Chi vuole esser lieto, sia:
44. di doman non c’è certezza.
45. Ciascun apra ben gli orecchi,
46. di doman nessun si paschi,
47. oggi sìan, giovani e vecchi,
48. lieti ognun, femmine e maschi.
49. Ogni tristo pensier caschi:
50. facciam festa tuttavia:
51. Chi vuol esser lieto, sia:
52. di doman non c’è certezza.
53. Ciascun suoni, balli e canti,
54. arda di dolcezza il core:
55. non fatica, non dolore!
56. Ciò che ha esser, convien sia!
57. Chi vuole esser lieto, sia:
58. di doman non c’è certezza.
Parafrasi affiancata
1. Com’è bella la giovinezza
2. Che però fugge in fretta!
3. Chi vuole godere della vita, lo faccia subito,
4. Non ci sono certezze nel futuro.
5. Ecco Bacco e Arianna,
6. Belli e innamorati l’uno dell’altra,
7. Poiché il tempo corre e inganna i mortali,
8. Sono felici di stare sempre insieme.
9. Ecco poi le ninfe
10. Che avanzano allegre anche loro
11. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito,
12. Non ci sono certezze nel futuro.
13. I felici piccoli satiri
14. Innamorati delle ninfe
15. Tra le grotte e i boschi,
16. Le hanno seguite e sorprese almeno mille volte.
17. Ora, riscaldati dal vino,
18. saltano e ballano tutto intorno.
19. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito,
20. Non ci sono certezze nel futuro.
21. Anche per le ninfe è un divertimento
22. essere corteggiate da loro:
23. all’amore possono resistere
24. solo le anime rozze e bigotte:
25. ora loro, insieme ai satiri,
26. suonano e cantano tutte insieme:
27. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito,
28. Non ci sono certezze nel futuro.
29. Quel peso, che viene dopo di loro,
30. come una soma sull’asino che lo trasporta, è Sileno.
31. è vecchissimo ma felice e ubriaco:
32. porta su di sé il peso del suo corpo e dei suoi anni.
33. se ormai non riesce nemmeno più a stare in piedi,
34. comunque si diverte e si gode la festa.
35. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito:
36. non ci sono certezze nel futuro.
37. Mida segue questa gente
38. trasforma in oro tutto ciò che tocca.
39. Ma a cosa serve essere tanto ricchi
40. se non si rendono felici gli altri?
41. Come potrebbe sentire un sapore dolce
42. chi muore di sete?
43. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito:
44. non ci sono certezze nel futuro.
45. Che tutti prestino attenzione a queste parole,
46. che nessuno si nutra delle speranze nel futuro,
47. che oggi sia per tutti, giovani e vecchi,
48. uomini e donne, un giorno di festa e felicità.
49. Che ogni pensiero malinconico venga dimenticato:
50. facciamo festa tutti insieme, invece:
51. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito:
52: non ci sono certezze nel futuro.
53. Che ognuno si diverta a suonare, ballare e cantare,
54. che il suo cuore si infiammi di dolce piacere:
55. non di fatica e dolore!
56. Ciò che deve accadere per natura, è bene che noi facciamo sì che accada!
57. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito:
58. Non ci sono certezze nel futuro.
Parafrasi discorsiva
[vv. 1-8] Com’è bella la giovinezza, che però fugge in fretta! Chi vuole godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Ecco Bacco e Arianna, belli e innamorati l’uno dell’altra, poiché il tempo e inganna i mortali, sono felici di stare sempre insieme.
[vv. 8-16] Ecco poi le ninfe che avanzano allegre. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. I felici piccoli satiri, innamorati delle ninfe, tra le grotte e i boschi, le hanno seguite e sorprese almeno mille volte.
[vv. 17-24] Ora, riscaldati dal vino, saltano e ballano tutto intorno. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Anche per le ninfe è un divertimento essere corteggiate da loro: all’amore possono resistere solo le anime rozze e bigotte:
[vv. 25-32] ora loro, insieme ai satiri, suonano e cantano tutte insieme: chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Quel peso, che viene dopo di loro, come una soma sull’asino che lo trasporta, è Sileno. È vecchissimo ma felice e ubriaco: porta su di sé il peso del suo corpo e dei suoi anni.
[vv. 33-40] se ormai non riesce nemmeno più a stare in piedi, comunque si diverte e si gode la festa. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro.
Mida segue il corteo di questa gente trasforma in oro tutto ciò che tocca. Ma a cosa serve essere tanto ricchi se non si rendono felici gli altri?
[vv. 41-48] Come potrebbe sentire un sapore dolce chi muore di sete? Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro. Che tutti prestino attenzione a queste parole, che nessuno si nutra delle speranze nel futuro, che oggi sia per tutti, giovani e vecchi, uomini e donne, un giorno di festa e felicità.
[vv. 49-56] Che ogni pensiero malinconico venga dimenticato: facciamo festa tutti insieme, invece: Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro. Che ognuno si diverta a suonare, ballare e cantare, che il suo cuore si infiammi di dolce piacere: non di fatica e dolore! Ciò che deve accadere per natura, è bene che noi facciamo sì che accada!
[vv.57-58] Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro.
Figure Retoriche
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Poliptoti
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Personificazione
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Domanda retorica
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Parallelismi
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Climax
Analisi e Commento
La canzona di Bacco, conosciuta anche come Trionfo di Bacco e Arianna, è uno dei Canti carnascialeschi composti da Lorenzo de’ Medici, detto Il Magnifico, in occasione delle celebrazioni fiorentine del Carnevale da lui stesso proclamate.
Lorenzo il Magnifico, ultimo discendente della dinastia Medicea, governò su Firenze nella seconda metà del Quattrocento e diede inizio alla pratica del mecenatismo umanista che fu la base della grande stagione culturale del Rinascimento. Le maggiori figure culturali dell’epoca, come i filosofi Pico della Mirandola e Marsilio Ficino e i grandissimi artisti Poliziano, Botticelli e Michelangelo Buonarroti, frequentarono assiduamente la corte di Lorenzo, che fu poeta egli stesso.
Nella Canzona di Bacco troviamo l’esaltazione del piacere e dell’importanza del “cogliere l’attimo”, tema che Lorenzo ricava dalla celebre formula Carpe diem dell’undicesima Ode del poeta latino Orazio, suo modello tanto per gli ideali poetici che per le prese di posizioni filosofiche e politiche. Il concetto la forza di godersi il presente senza porsi preoccupazioni inutili sul futuro, come espresso nei primi celebri quattro versi: “Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia! / Chi vuole esser lieto, sia, / di doman non c’è certezza.”
Concludiamo la nostra analisi del testo con l’analisi stilistica del componimento. Nonostante il tema popolaresco, legato ai piaceri carnali, l’ebbrezza e il Carnevale, il sottofondo stilistico e lessicale della Canzona di Bacco è squisitamente umanistico e fondato sulla civiltà classica, secondo i proverbiali ideali laurenziani che diedero il la al Rinascimento. Il riferimento alla mitologia greco-latina (la vicenda di Bacco e Arianna, dei satiri e le ninfe o dello stesso Sileno o Mida) crea un preciso parco di riferimenti culturali antichi ed elevati, contrapposti al fanatismo cristiano e bigotto di Girolamo Savonarola, a cui anche la formula “di doman non c’è certezza” probabilmente allude, che si sarebbe imposto a Firenze appena due anni dopo il Carnevale di Lorenzo il Magnifico e la morte del grande sovrano fiorentino.