Testo della poesia

1. Ora che il coro delle coturnici
2. ti blandisce nel sonno eterno, rotta
3. felice schiera in fuga verso i clivi
4. vendemmiati del Mesco, or che la lotta
5. dei viventi più infuria, se tu cedi
6. come un’ombra la spoglia
7.___________________ (e non è un’ombra,
8. o gentile, non è ciò che tu credi)

9. chi ti proteggerà? La strada sgombra
10. non è una via, solo due mani, un volto,
11. quelle mani, quel volto, il gesto d’una
12. vita che non è un’altra ma se stessa,
13. solo questo ti pone nell’eliso
14. folto d’anime e voci in cui tu vivi;

15. e la domanda che tu lasci è anch’essa
16. un gesto tuo, all’ombra delle croci.

Parafrasi affiancata

1. Adesso che il canto delle coturnici [= le coturnici sono uccelli simili ai fagiani che migrano in autunno; la madre del poeta era morta nel mese di novembre]
2. allieta il tuo sonno eterno,
3. volando a schiera sopra la tua tomba, diretta verso le pendici
4. vendemmiate del Mesco, adesso che la guerra
5. fra gli uomini infuria maggiormente [= si riferisce alla Seconda Guerra Mondiale], se cedi il tuo corpo
6. come se fosse un’ombra
7. (e non è un’ombra,
8. o gentile, non è ciò che tu credi)

9. chi ti proteggerà? La strada vuota
10. non è una via che ci guida in qualche luogo [= secondo il poeta la fede in una vita ultraterrena non è veritiera], solo due mani, un volto,
11. quelle mani, quel volto, il gesto di una
12. vita che non è un’altra ma se stessa,
13. solo questo ti distingue nel mio ricordo
14. dall’immagine di altre anime e voci nelle quali vivi.

15. E anche la domanda che tu mi lasci [= la domanda che la madre lascia al poeta è di non curarsi del corpo ma dell’anima] è anch’essa
16. tipicamente tua, ti distingue dalle altre persone morte.