Testo della poesia
1. Gèmmea l’aria, il sole così chiaro
2. che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
3. e del prunalbo l’odorino amaro
4. senti nel cuore…
5. Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
6. di nere trame segnano il sereno,
7. e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
8. sembra il terreno.
9. Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
10. odi lontano, da giardini ed orti,
11. di foglie un cader fragile. È l’estate,
12. fredda, dei morti.
Parafrasi affiancata
1. L’aria è limpida e trasparente come una gemma, e il sole è così chiaro
2. da portarti a ricercare gli albicocchi fioriti
3. e (con l’immaginazione) il profumo penetrante e amarognolo del biancospino.
4. a sentire nel cuore…
5. Ma il rovo è secco e le piante spoglie
6. tracciano disegni neri nel limpido
7. e vuoto cielo, e vuoto al passo che risuona
8. sembra il terreno. (=Il passo risuona sul terreno che rimbomba come se fosse vuoto.)
9. Tutto intorno c’è silenzio: solo, al soffio del vento,
10. senti da lontano, dai giardini e dagli orti,
11. il rumore delle foglie secche che cadono dagli alberi. È l’estate
12. fredda, dei morti (la cosiddetta estate di San Martino (11 novembre) contraddistinta da alcuni giorni di tempo piuttosto mite).
Parafrasi discorsiva
L’aria è limpida e trasparente come una gemma, e il sole è così chiaro da portarti a ricercare gli albicocchi fioriti e a sentire nel cuore, con l’immaginazione, il profumo penetrante e amarognolo del biancospino.
Ma il rovo è secco e le piante spoglie tracciano disegni neri nel cielo limpido e vuoto. Il passo risuona sul terreno che rimbomba come se fosse vuoto.
Tutto intorno c’è silenzio: solo, al soffio del vento, senti da lontano, dai giardini e dagli orti, il rumore delle foglie secche che cadono dagli alberi. È la cosiddetta estate di San Martino (11 novembre) contraddistinta da alcuni giorni di tempo piuttosto mite.
Figure Retoriche
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Anastrofi
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Allitterazioni
Nelle verifiche e negli esercizi vengono sempre chieste le figure retoriche e la loro spiegazione.
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Analisi e Commento
Il titolo della poesia in questione richiama la stagione autunnale tutta e, in particolare, il mese dell’anno in cui si commemorano i propri cari defunti. Il poeta accosta, infatti, l’illusione che si prova in una giornata autunnale che sembra primaverile alla precarietà dell’esistenza. Come spesso accade in Myricae, anche in questo caso ci troviamo dinanzi a un bozzetto naturalistico che si colloca in una dimensione ingannevole.
Se nella prima strofa della poesia ci troviamo dinanzi alla rappresentazione di una giornata cristallina di novembre che può, seppur per pochi istanti, portare l’illusione della primavera, colta sia attraverso sensazioni visive («gèmmea l’aria») che olfattive («del prunalbo l’odorino amaro»), nella seconda siamo già dinanzi alla consapevolezza, rafforzata dal Ma avversativo del quinto verso, che in realtà si sta vivendo la stagione autunnale che è una metafora dell’esistenza.
Le piante non sono in fiore, i rami degli alberi sono spogli e spiccano sullo sfondo del cielo disegnando nere trame. Il bozzetto naturalistico inizia a comunicare l’idea della morte. All’illusione della primavera, che altro non è che una metafora della vita, si contrappone la realtà funerea, l’algida legge della morte. Vi è, dunque, una forte analogia tra la primavera, che rappresenta la vita e l’autunno, che è collegato alla morte.
Nella terza strofa ci troviamo di fronte alla tristezza della stagione autunnale: il silenzio è profondo e il vento fa cadere le foglie. L’aggettivo «fragile», riferito alle foglie, secondo il Traina, «evoca l’aridità delle foglie; ma, di riflesso, anche la loro caducità autunnale; nell’aggettivo bivalente la trama delle immagini si apre al simbolo; precarietà delle stagioni, precarietà della vita, fruscio lieve del silenzio». La sinestesia «cader fragile» (v. 11) e l’ossimoro «estate, /fredda» (vv. 11-12) trasmettono con maggiore forza il messaggio di precarietà e morte espresso nella lirica.
Il paesaggio rappresentato nella terza strofa si può ritenere universale, come si evince dall’assenza di riferimenti precisi allo spazio («intorno», «lontano») e dall’assenza di articoli («da giardini e da orti»). Come avviene nelle altre liriche della raccolta, infatti, anche in questo caso Pascoli non intende descrivere la natura in un preciso momento dell’anno (i giorni della prima metà di novembre, la cosiddetta “estate di San Martino”), ma trasmettere un messaggio più profondo.
Il poeta – apparentemente intento a descrivere il paesaggio circostante – cerca di penetrare il senso segreto delle cose (che si rivela carico di drammaticità e morte) osservandole con lo stupore e la meraviglia di un “fanciullino”, che consentono di riscoprirne i lati segreti e la purezza originaria.
Confronti
Il tema della morte è estremamente ricorrente nell’intera produzione pascoliana, dalle opere maggiori come Myricae o I canti di Castelvecchio (1903) a quelle meno conosciute. La motivazione, com’è noto, è…
Domande di verifica sono spesso basate sui confronti tra diverse opere e autori.
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Davero grazie luisa
Di nulla Luisa, a presto ;).
Davvero utile, grazie infinite
Di nulla Tatiana, a presto 😉
Davvero fantastico senza inutili digressioni!!!!magari anche i libri di testo fossero così!!Grazie.
Grazie yasso. Continueremo così e mi raccomando dì sempre cosa ne pensi delle analisi quando ti capita di leggerle, ci aiuti a migliorare! A presto 😉
Grazie :))
È fantastico!
grazie mille
grazie mille grazie di cuore
Davvero utile… Senza questa non so come avrei fatto… Davvero grazie mille
siete degli angeli mi avete salvato 🙂
Quando cerco degli spunti per fare i commenti di letteratura vengono sempre fuori tre mila tipi di siti, tutti contorti, dove non si capisce un gran che…è già parecchie volte invece che su questo sito trovo dei bei commenti…trovo tutto! Davvero bel sito, pulito, essenziale…complimenti! 🙂
Grande!!! Ottima analisi piaciuta al mio prof 🙂
Da quando ho scoperto questo sito lo utilizzo sempre, i vostri commenti sono molto simili e approfondiscono quelle della mia professoressa, complimenti per l’eccezionale lavoro!
Nel primo verso io ci vedo un chiasmo relativo a gemmea aria sole e chiaro