Testo della poesia
1. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
2. di gente in gente, me vedrai seduto
3. su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
4. il fior de’ tuoi gentili anni caduto:
5. La madre or sol suo dì tardo traendo
6. parla di me col tuo cenere muto,
7. ma io deluse a voi le palme tendo
8. e se da lunge i miei tetti saluto,
9. Sento gli avversi numi, e le secrete
10. cure che al viver tuo furon tempesta,
11. e prego anch’io nel tuo porto quïete:
12. Questo di tanta speme oggi mi resta!
13. Straniere genti, le ossa mie rendete
14. allora al petto della madre mesta.
Parafrasi affiancata
1. Un giorno, se non fuggirò sempre
2. di popolo in popolo, mi vedrai seduto
3. sulla tua tomba, fratello, mio, a piangere
4. il tuo gentile fiore degli anni della giovinezza spezzato.
5. Solo la madre ora, trascinando la sua vecchiaia,
6. parla di me con la tua cenere muta:
7. ma io tendo inutilmente le mani verso di voi;
8. e, anche se saluto solo da lontano la mia patria,
9. sento gli dei contrari e gli interiori
10. tormenti che sconvolsero la tua vita (inducendoti al suicidio),
11. e invoco anch’io la pace insieme a te nella morte:
12. Oggi di tante speranze, mi resta soltanto questa!
13. Popoli stranieri, restituite finalmente le mie spoglie
14. alle braccia della madre infelice.
Parafrasi discorsiva
Un giorno, se non fuggirò sempre di popolo in popolo, fratello mio, mi vedrai seduto sulla tua tomba, a piangere il tuo gentile fiore degli anni della giovinezza spezzato. Solo la madre ora, trascinando la sua vecchiaia, parla di me con la tua cenere muta: ma io tendo inutilmente le mani verso di voi; e, anche se saluto solo da lontano la mia patria, sento gli dei contrari e i tormenti interiori, che sconvolsero la tua vita (inducendoti al suicidio), e invoco anch’io la pace insieme a te nella morte. Oggi di tante speranze, mi resta soltanto questa! Popoli stranieri, restituite finalmente le mie spoglie alle braccia della madre infelice.
Figure Retoriche
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Allitterazioni
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Apostrofi
Nelle verifiche e negli esercizi vengono sempre chieste le figure retoriche e la loro spiegazione.
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Analisi e Commento
I Sonetti di Foscolo risalgono al 1803 e sono caratterizzati da una forte soggettività, analoga a quella del romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis. Anche qui il poeta si rispecchia in una figura eroica sventurata e tormentata, si sente in conflitto con il proprio tempo e vive l’esilio come una condizione politica ed esistenziale insieme. Sono fitte le reminiscenze di altri poeti e compaiono temi fondamentali della poetica foscoliana, quali la terra come madre, il valore eternatrice della poesia, il parallelo con il mito antico.
In particolare, questo sonetto tratta temi molto cari a Foscolo: innanzitutto, quello dell’esilio, unito a quello del tormento interiore per la scomparsa tragica dell’amato fratello Giovanni, suicidatosi nel 1801, a vent’anni, per debiti di gioco, davanti alla madre, qui rappresentata come anziana e sola. Si tratta di suggestioni tipicamente romantiche. Il tema dell’esilio va inteso non solo come condizione reale del poeta (andato in volontario esilio dopo la cessione di Venezia all’Austria da parte di Napoleone, con il trattato di Campoformio), ma come una condizione più generale di sradicamento e precarietà. In opposizione a questo, troviamo il motivo della tomba, che si ricollega all’immagine del nucleo familiare e soprattutto della madre. Il ricongiungimento con la madre e la terra natale è l’unico punto fermo nella condizione di esule, ma è impossibile, pertanto l’unica alternativa praticabile resta la morte, che, tuttavia, non è qui concepita come “nulla eterno” (come in Alla sera), ma consente quel ricongiungimento con gli affetti familiari che in vita sembrava negato per sempre. La morte, dunque, se è fonte di lacrime per i propri cari, permette un legame con la vita: la restituzione delle ossa consente l’illusione della sopravvivenza, del ritorno tra le braccia della madre, quindi troviamo qui anticipato quel forte legame, punto cardine di Dei sepolcri, tra tomba, terra natale e figura materna. È, infatti, proprio la madre che, pur colpita da tante sciagure, tenta pietosamente di ricomporre l’unità della famiglia accanto a un simbolo di morte, il sepolcro. Infine, di tutte le speranze giovanili deluse, resta a Foscolo solo quella della morte, con la preghiera di restituire le sue ossa alla madre: solo la morte, come detto, forse potrà ricongiungerlo agli affetti, alla patria, alla terra natale.
Il modello dell’incipit è evidentemente il carme 101 di Catullo, anch’esso composto per commemorare il fratello defunto, ma qui il classico multas per gentes et multa per aequora vectus assume l’impeto e la passione tipici della poesia foscoliana. Catullo scrive il carme in occasione della visita alla tomba del fratello, mentre Foscolo rimpiange di non potere piangere sulla “pietra” di Giovanni insieme alla madre. I periodi sono in prevalenza paratattici, con poche subordinate. Inoltre, è da notare, nelle prime due quartine, l’uso alternato di un gerundio e un participio alla fine di ogni verso: i gerundi stanno ad indicare una vita sofferta (“fuggendo”, “gemendo”), mentre i participi indicano la morte (“caduto”, “seduto”).
Confronti
La poesia In morte del fratello Giovanni di Foscolo presenta diversi confronti e reminiscenze. Innanzitutto è possibile ricondurre in più parti il sonetto a dei modelli classici già dall’incipit che richiama…
Domande di verifica sono spesso basate sui confronti tra diverse opere e autori.
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Domande e Risposte
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Molto interessante, mi è stato di immenso aiuto e arrivederci a presto!! 🙂
Grazie mille, a presto! 😉
Ottimo
Grazie del commento Lorenzo, a presto 😉
contenuti ricchi in poche righe, ottimo! grazie!
Grazie a te del commento fede, un saluto 😉
grz a questo sito ho preso buoni voti!! 😀
Ottimo Andrea ;).
E’ stato davvero molto utile!:)
Ci fa piacere Eleonora, a presto! 😉
Mi è stato utile per l’esame, grazie mille 🙂
Di nulla Erika ;). A presto!
grzz mi sarà utile per l’esame orale
In bocca al lupo per i tuoi esami! 😉
Nelle terzine lo schema delle rime dovrebbe essere CDC;DCD (non CDE;CED).
Verissimo. Sistemiamo la svista, grazie della segnalazione.
Ottimo mi è stato veramente di aiuto!
Ci fa piacere Alessandra, grazie del commento! 😉
Mi e’ stato di molto aiuto,la parafrasi soprattutto oltre che al commento. Quindi grazie,ritorno ai compiti ora che pàlle,lol
Baci,Maria.
Ci fa piacere Maria. Per quanto riguarda i compiti… non mollare! 🙂
Graz spero che mi possa aiutare ai esami 😛 cmq le rime delle terzine devono essere CDC-DCD
Ciao A.S, se noti nello specchietto in alto alla voce “Forma metrica” c’è proprio scritto “sonetto di endecasillabi, con schema di rime ABAB ABAB CDC DCD”.
Un saluto ed in bocca al lupo per i tuoi esami ;).
mi è servito l’aiuto e in bocca all’ esame a tutti
Ottimo Ilenya, a presto! 😉
Complimenti, è ottimo!!!!!!!:)
Grazie miki 😉
Una risposta veloce:com’è il linguaggio???Di ke tipo???
grazie. bravi è stato utilissimo
Ci fa piacere Ale 😉
mi ha aiutato molto grazie.
Di nulla. A presto :).
ottimo sito! continuate così! 🙂
Lo faremo Aldo! Grazie del commento, a presto 😉
grazie mille!!
mi è stato veramente utile!!
Di nulla Laura! A presto :).
a presto!! (risposta dell’altra domanda)
Utilissimo grazie mille!
Grazie a te del commento Enrico. A presto :).
Mi è stato di grande aiuto per l’ esame! Grazie mille e ottimo lavoro!
Ottimo Enrico, ci fa molto piacere ;).
Grazie…PERFETTO!!!
Grazie Clara, a presto! 😉
Perfetto, molto utile 😀
lo ho appena letto, domani ho una verifica di commento alla poesia, credo che questa versione di analisi del testo mi sarà molto utile per non restare imbambolato davanti al foglio, grazie! una domanda: non capisco cosa voglia dire “fitte reminescenze con altri poeti”. me lo potreste spiegare? grazie
Di nulla Aldo e in bocca al lupo! Con quella frase (“reminiscenze di altri poeti”) si intende che in tutti i sonetti di Foscolo si notano una serie di rimandi ad altri poeti. Come vedi, in questo sonetto c’è un chiaro rimando al carme 101 di Catullo. Ancora in bocca al lupo per domani ;).
Mi potete dire per piacere il significato della poesia??? E i luoghi indicati???
Ciao Nico, leggi tutta l’analisi e vedrai che capirai bene tutto. A presto ;).
non sono uno studente ho cinquant’anni, ho fatto il liceo classico negli anni 80 e sono commosso non solo per la passione che mettete in tutto cio’ ma anche per lo sforzo che fate per far capire le nostre origini classiche come popolo quando tutti ci vogliono massa informe senz anima.
Grazie di cuore veramente a tutti voi….
Davvero un bel commento Paul, grazie davvero. Non puoi capire quanto ci spronino ad andare avanti questi commenti! Un caro saluto.
grazie mille la parafrasi mi è stata utile per un lavoro di una pazza professoressa
Utilissimo per l’esame orale ,molto bello e fatto bene il commento grazie <3
Di nulla Viola! In bocca al lupo per gli esami 😉
Molto ben fatto, ma c’è una svista, il verso catulliano è “multas per gentes et multa per aequora vectus”, non “multas per aequora”, aequora infatti è neutro plurale e l’aggettivo multus concorda con esso.
Grazie mille di aver segnalato la svista Fabio, abbiamo subito corretto! 😉
Grazie davvero, commento molto sintetico e conciso 😉
OTTIMO . COMPLIMENTI !!!!!!!! <3
Mi è stato di grande aiuto. Complimenti
Quali sono i luoghi evocati nel sonetto?!
grazie 1000!!! utilissima…
Grazie a te del commento Jacopo. A presto 😉
Grazie ancora per le fantastiche analisi del testo!