Testo della poesia
1. Meriggiare pallido e assorto
2. presso un rovente muro d’orto,
3. ascoltare tra i pruni e gli sterpi
4. schiocchi di merli, frusci di serpi.
5. Nelle crepe del suolo o su la veccia
6. spiar le file di rosse formiche
7. ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
8. a sommo di minuscole biche.
9. Osservare tra frondi il palpitare
10. lontano di scaglie di mare
11. mentre si levano tremuli scricchi
12. di cicale dai calvi picchi.
13. E andando nel sole che abbaglia
14. sentire con triste meraviglia
15. com’è tutta la vita e il suo travaglio
16. in questo seguitare una muraglia
17. che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Parafrasi affiancata
1. Meriggiare pallido e assorto
2. presso un rovente muro d’orto,
3. ascoltare tra i pruni e gli sterpi
4. schiocchi di merli, frusci di serpi.
5. Nelle crepe del suolo o su la veccia
6. spiar le file di rosse formiche
7. ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
8. a sommo di minuscole biche.
9. Osservare tra frondi il palpitare
10. lontano di scaglie di mare
11. mentre si levano tremuli scricchi
12. di cicale dai calvi picchi.
13. E andando nel sole che abbaglia
14. sentire con triste meraviglia
15. com’è tutta la vita e il suo travaglio
16. in questo seguitare una muraglia
17. che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Parafrasi discorsiva
Passare il pomeriggio (“meriggiare”), con il viso pallido (per il caldo e la luce del sole) e riflessivo, vicino a un recinto di un giardino arroventato dal sole, ascoltare tra i rovi e le sterpaglie il canto rumoroso dei merli, il fruscio dei serpenti che strisciano.
Nelle crepe del terreno o sulla pianta della veccia sporgersi a osservare le file di formiche rosse, che in un attimo si dividono e si sparpagliano e appena dopo si riuniscono, in cima ai piccolissimi mucchietti di terra dei formicai.
Guardare attentamente tra i rami il movimento regolare in lontananza delle onde che si accavallano, mentre si alzano tremolanti friniti di cicale dalle alture prive di vegetazione.
E procedendo verso il sole che abbaglia la vista, percepire con uno stupore malinconico come davvero la vita intera e la sua sofferenza, siano come un cammino attraverso una lunga muraglia che ha in cima cocci di vetro taglienti di una bottiglia rotta.
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Analisi e Commento
Ossi di seppia è la prima raccolta in versi di Montale: essa appare molto originale, poiché riesce a rielaborare profondamente la tradizione. Si può considerare, in un certo senso, il rovesciamento dell’Alcyone dannunziano, poiché anche quello di Montale è il diario di un’estate, ma dominato dal tema del “male di vivere”. Il titolo allude agli scheletri delle seppie e agli inutili scarti che galleggiano e sono trascinati a riva dalla corrente, perché “rifiutati” dal mare, che, peraltro, è il principale protagonista della raccolta.
Meriggiare pallido e assorto, una delle prime poesie a essere state composte, probabilmente nel 1916, all’interno della raccolta ha il valore emblematico di introdurre il tema-chiave dell’estate infiammata che rende tutto arido e secco. Il meriggio di una calda e assolata giornata estiva è un momento di immobilità e sospensione: per effetto della calura e della luce accecante, la vita è quasi ferma, tutto si muove molto lentamente e a fatica. Il paesaggio ligure delle Cinque Terre, arido e scarno, è quello tipico di tutta la raccolta: nonostante i numerosi echi verbali di D’Annunzio, siamo lontanissimi dal panismo. Anche D’Annunzio, infatti, aveva dedicato una poesia al “meriggio”, ma lì il caldo sole pomeridiano costituiva un tramite privilegiato per raggiungere l’estasi panica, tant’è che il poeta arrivava a dire “il mio nome è meriggio”; qui, invece, il sole è una luce fortissima e abbagliante, che, però, non permette di vedere nulla.
Infatti, l’aridità della natura è l’emblema di una condizione esistenziale di prigionia, solitudine e abbandono, di assenza di ogni slancio vitale. Il poeta si vede costretto ad accettare la triste e limitata condizione umana: l’uomo è simile alle formiche rosse che si muovono incessantemente senza meta. Il paesaggio è chiuso, non comunica con l’uomo e non è fatto per l’uomo, è solo un tramite verso qualcosa di indefinito, che dovrebbe essere in grado di rompere la monotonia della vita quotidiana, tuttavia rimane sempre misterioso e insondabile, incapace di offrire risposte soddisfacenti: il travaglio della vita resta, in definitiva, indecifrabile (l’uso del verbo “spiar” al v. 6, ad esempio, indica la ricerca di un segreto). La verità, l’essenza metafisica delle cose, rappresentata oggettivamente dalle “scaglie di mare”, si colloca al di là dell’ostacolo, della “muraglia” (emblema della limitatezza della condizione umana) sovrastata dai “cocci aguzzi di bottiglia” (emblemi dei dolori e delle sofferenze della vita). La muraglia simboleggia la dimensione meramente contingente: ciò significa che la parola poetica non è in grado di raggiungere la dimensione metafisica, di cui gli oggetti descritti in modo realistico costituiscono il cosiddetto “correlativo oggettivo”, anche se continua incessantemente a cercarla. Vi sono evidenti corrispondenze tra la descrizione realistica delle prime strofe e quella metaforica dell’ultima: la “muraglia” del penultimo verso riprende il “rovente muro d’orto” del secondo, in posizione quasi simmetrica, i “cocci aguzzi di bottiglia” (v. 17) sono i “pruni” (v. 3) spinosi.
L’uso dei verbi all’infinito (“meriggiare”, v. 1; “ascoltare”, v. 3; “spiar”, v. 6; “osservare”, v. 9; “sentire”, v. 14), interrotto soltanto da un gerundio (“andando”, v. 13), accentua la sensazione di una continuità informe e conferisce alla poesia una valenza universale e non personale: anche il poeta non partecipa alla scena che sta descrivendo, sembra quasi scomparire e diventare anche lui un’entità indeterminata.
Molte sono le suggestioni di poeti precedenti, profondamente rielaborate. Oltre al già citato D’Annunzio, il Dante dell’Inferno o delle rime petrose “aspre e chiocce” ha molto influenzato soprattutto il primo Montale; invece, la costruzione fonica e la precisione quasi scientifica nel descrivere realisticamente gli oggetti riconducono a Pascoli, ma è interamente scomparsa la felice “meraviglia” del fanciullino, ora “triste” (v. 14). Un’altra chiara reminiscenza letteraria è quella leopardiana: il “muro d’orto” del v. 2 ricorda la siepe dell’Infinito (l’orto richiama anche il giardino del male descritto nello Zibaldone), ma qui è un ostacolo che impedisce anche il piacere dell’immaginazione, che preclude lo “sguardo” verso ogni possibilità di salvezza e verso ogni speranza. Rispetto a Leopardi, Montale rinuncia alla protesta, alla ribellione, rimane in una condizione di perplessità, di disorientamento e di impotenza.
Confronti
In Meriggiare pallido e assorto molte sono le suggestioni di poeti precedenti profondamente rielaborate da Montale. Il già citato D’Annunzio, che Montale definisce ironicamente “poeta laureato” nel componimento I limoni, e le atmosfere di Alcyone sono per…
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grazie molto utile 🙂
Grazie a te
Complimenti per l’analisi!
Molto accurata, precisa e interessante: Montale è uno dei poeti più belli del ‘900 senza alcun dubbio.
Grazie Mattia. Per quanto riguarda la bellezza delle poesie di Montale, beh, non si può non essere d’accordo.
Un saluto
Ciao a tutti, volevo solo dire che questo sito è uno dei più accurati e interessanti che abbia mai visitato… Grazie per avermi aiutato
Un saluto
Grazie molte David, le tue parole ci gratificano molto.
Un saluto
molto accurata l’analisi, tutto molto utile 🙂
Grazie Valentina ;).
Un caro saluto
la ricordo a memoria dalla notte dei tempi.declamata non ricordo a quale esame.affezionatissimo
grazie mille mi è tornata molto utile !!
complimenti per l’analisi 🙂
Di nulla Vanessa 😉
avete una visione della poesia incredibile, riuscite sempre a cogliere aspetti che io non avrei mai carpito
Grazie Thomas. Siamo contenti di averti offerto delle chiavi di lettura 😉
questo sito lo adoro perché mi è sempre tanto utile però qui nell’analisi se non mi sbaglio, manca la paronomasia di sterpi serpi, probabilmente mi sbaglio
Ciao Cristina, non ti sbagli! E’ effettivamente una paronomasia ;).
Ottima analisi, molto di aiuto!! Grazie, stupendo anche il sito! Avete analizzato Mare di Pascoli?
Ciao Sofia, grazie. No, non abbiamo ancora analizzato Mare, grazie della segnalazione, lo faremo al più presto! 😉
grazie mille, mi avete aiutato tantissimo per la mia tesina
ottima l’ analisi e anche il commento è molto soddisfacente
Bel sito!!
Grazie Elvira! 😉
Questo sito è il migliore che io abbia mai visitato. Grazie di tutto.
Grazie a te dei complimenti Marco 😉