Testo della poesia
1. Forse perché della fatal quïete
2. Tu sei l’immago a me sí cara vieni,
3. O Sera! E quando ti corteggian liete
4. Le nubi estive e i zeffiri sereni,
5. E quando dal nevoso aere inquïete
6. Tenebre e lunghe all’universo meni
7. Sempre scendi invocata, e le secrete
8. Vie del mio cor soavemente tieni.
9. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
10. Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
11. Questo reo tempo, e van con lui le torme
12. Delle cure onde meco egli si strugge;
13. E mentre io guardo la tua pace, dorme
14. Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Parafrasi affiancata
1. Forse perché della pace eterna
2. tu rappresenti l’immagine mi sei così cara
3. O Sera! Sia quando ti accompagnano felici
4. le nuvole estive e i venti che rasserenano il cielo,
5. sia quando dall’aria nevosa
6. porti sulla terra tenebre minacciose e lunghe,
7. scendi sempre, da me invocata, e le parti più nascoste
8. del mio animo dolcemente raggiungi.
9. Mi fai viaggiare con i miei pensieri sulla strada
10. che porta verso l’idea della morte, che annulla tutto, per sempre;
11. e intanto questo tempo infelice passa velocemente e se ne vanno via insieme a lui le grandi quantità di preoccupazioni,
12. a causa delle quali insieme me anche il tempo presente si consuma;
13. e mentre io contemplo la tua pace, si tranqillizza
14. anche il mio spirito ribelle che ruggisce dentro di me.
Parafrasi discorsiva
O sera, forse mi sei così cara perché rappresenti l’immagine della pace eterna! Sia quando ti accompagnano felici le nuvole estive e i venti che rasserenano il cielo, sia quando dall’aria nevosa porti sulla terra tenebre minacciose e lunghe, scendi sempre, da me invocata, e raggiungi dolcemente le parti più nascoste del mio animo. Mi fai viaggiare con i miei pensieri sulla strada che porta verso l’idea della morte, che annulla tutto, per sempre; e intanto questo tempo infelice passa velocemente e se ne vanno via insieme a lui le grandi quantità di preoccupazioni, a causa delle quali insieme me anche il tempo presente si consuma; e mentre io contemplo la tua pace, si tranquillizza anche il mio spirito ribelle che ruggisce dentro di me.
Figure Retoriche
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Anastrofi
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Allitterazioni
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Analisi e Commento
I “Sonetti” di Foscolo risalgono al 1803 e sono caratterizzati da una forte soggettività, analoga a quella del romanzo “Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Anche qui il poeta si rispecchia in una figura eroica sventurata e tormentata, si sente in conflitto con il proprio tempo e vive l’esilio come una condizione politica ed esistenziale insieme. Sono fitte le reminiscenze di altri poeti e compaiono temi fondamentali della poetica foscoliana, quali la terra come madre, il valore eternatrice della poesia, il parallelo con il mito antico.
La sera, per il poeta, è il momento più bello della giornata: il momento in cui, finalmente, ci si può riposare dopo gli affanni quotidiani; il momento in cui si placano i rumori dell’esistenza ed il cuore è invaso da pace e serenità. Ma la meditazione sulla sera sfocia spontaneamente nella meditazione sulla morte. Infatti, anche la morte, come la sera, è una promessa di pace: una pace dolce e definitiva: un rassicurante porto d’oblio dove si annullano le fatiche di un’esistenza tribolata ed angosciosa.
Questo sonetto appare nettamente diviso in due parti: le due quartine sono statiche, poiché intendono descrivere lo stato d’animo del poeta dinnanzi alla sera, equivalente sia che si tratti di una serena sera d’estate, sia che si tratti delle tenebre di una scura sera invernale: in tutti e due i casi la sera porta con sé la tranquillità e la cessazione degli affanni. Nelle due terzine, invece, si chiarisce perché la sera è cara al poeta: essa è immagine della morte, di quel “nulla eterno”, che è liberatorio poiché, secondo la concezione illumistica e materialistica di Foscolo, rappresenta l’annullamento totale, in grado di cancellare i conflitti e le sofferenze della vita. Secondo tale concezione, infatti, l’universo, di cui anche l’uomo è parte, è un ciclo perenne di nascita, morte e trasformazione della materia, che è l’unica realtà esistente. Si ripropone la medesima tematica dell’Ortis: lo scontro dell’eroe con il “reo tempo” in cui vive, la cui soluzione può essere soltanto la morte, che porta sì annullamento, ma anche la tanto desiderata pace. La celebrazione della morte come foriera di tranquillità si ritrova nel carme “Dei sepolcri” e rappresenta il lato pre-romantico della personalità foscoliana. Le opposizioni principali in cui si articola il sonetto sono nulla eterno vs reo tempo; fatal quiete della sera vs spirto guerrier del poeta. Il primo elemento delle due opposizioni (positivo) annulla il secondo (negativo).
Il lessico è altamente letterario, costruito con parole auliche e poetiche; molte di queste sono latinismi (“reo”, “aere”, “secrete”, “torme”, “cure”), che conferiscono al sonetto una forma neoclassica, mentre i sentimenti espressi, come abbiamo visto, sono decisamente romantici. La poesia è composta da periodi paratattici e ipotattici. Nelle quartine i periodi sono più ampi e complessi, nelle terzine più corti e concitati.
Confronti
In Alla sera troviamo espresse le classiche tematiche foscoliane, a partire da quelle che l’autore sviluppa come romanziere nell’unico romanzo…
Domande di verifica sono spesso basate sui confronti tra diverse opere e autori.
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nelle prime due righe c’è un’anastrofe :Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sí cara vieni,nelle ultime due un chiasmo tra dorme/guerrier e pace/rugge, e nella riga 8 c’è un ossimoro soavemente tieni (perchè tieni è inteso come domini)
Ciao Angelo, ti ringraziamo per la segnalazione. Hai pienamente ragione per quanto riguarda l’anastrofe ed il chiasmo, mentre l’ossimoro del v. 8 ci appare un po’ forzato.
Un caro saluto,
G.M.
Ciao staff,
molto buono il commento. L’ossimoro di “soavemente tieni” di Angelo è certamente forzato, perché “tieni” è da intendere come “proteggi”, quindi “soavemente” non gli fa da ossimoro. Al contrario, l’accostamento delle due vocali forti di “soavemente” allunga proprio questo avverbio per evidenziarne la sensazione di tranquillità poi rovesciata nelle terzine finali.
serena
Grazie mille per la tua precisazione Serena. A presto 😉
Grazie mille…..il tuo aiuto mi è servito molto anzi moltissimo………grazie e a presto
Un piacere. A presto 😉
Ho notato che ‘sera ‘ va scritto con la maiuscola ‘Sera”
Ciao Leo, purtroppo alcune edizioni sono oscillanti tra la minuscola e la maiuscola (ne ho aperta una qui davanti che reca la minuscola, ad esempio). Dovrei controllare l’edizione critica per avere la certezza su quale preferire. Ricontrollerò, ma per ora modifico con la maiuscola. Anche io penso sia quella definitiva ;). A presto.
Riterrei significativa anche la personificazione degli zeffiri e delle nubi estive, vv 3-4… E ovviamente anche e soprattutto della Sera 😉
Era così scontata che l’abbiamo omessa (quella della sera) :D. Ovviamente siamo d’accordo anche sulle altre due. Grazie del contributo.
per favore ho bisogno d’aiuto… devo rispondere a delle domande di Ugo Foscolo ‘alla sera’.. chi mi aiuta?
Ciao Maria Pia, cerca di aiutarti con l’analisi che trovi in questa pagina e vedrai che riuscirai da sola a rispondere alle domande. Prova :).
Stavo facendo un’analisi del testo di questa poesia ( 3 media). Prima di andare al contenuto e alla metrica stavo spiegando vita e opere di Ugo Foscolo dove volevo aggiungere una ricerca che avevo fatto dove ho trovato che Foscolo oltre ad avere tratti del movimento neoclassicista e del romanticismo ha alcune particolarità del periodo Illuminista, inoltre nelle sue poesie i sogni e le illusioni diventano eterni e quindi trovano una loro consistenza, e possono diventare realtà. La sua è una poesia serenatrice, il poeta è il poeta vate, sacerdote della dottrina delle illusioni, che insegna all’uomo come coltivare nobili ideali – perché celebra le azioni virtuose dei grandi del passato, delle gesta gloriose degli eroi.
Mi posso fidare di questa ulteriore ricerca? Devo avere un buon voto per recuperare 🙂
Ciao Giancarlo, alla tua domanda risponde bene la nostra breve scheda su Foscolo:
http://www.fareletteratura.it/2012/09/16/ugo-foscolo/
Se scorri fino a “Cenni di poetica” (subito dopo la Biografia) troverai un breve riassunto della poetica foscoliana. Facci sapere e in bocca al lupo! 🙂
Grazie mi é servito, ancora una volta grazie internet ahah
Di nulla Carla, però… grazie a fareLetteratura non a internet! 😀
grazie 1000 grazie a fareLetteratura riuscirò ad alzarmi la media. Grazie infinite.
Ottimo kami, in bocca al lupo! 😉
‘STO SITO VA FATTO SANTO SE NON FOSSE UNA COSA SENZA VITA LO SPOSEREI
grazie mille sito utile e ben dettagliato ,sono sicura che questa piattaforma mi sara utilissima per l esame
Congratualazioni ben fatto!
Nel verso 4 c’è una sineddoche: i zeffiri
Al verso 5-6 c’è una sinestesia, “inquiete tenebre”